La medicina termale è un business: la Regione Piemonte pronta a rivitalizzare il settore.
Continua l’indagine dell’associazione Act Consumatori di Acqui Terme sulle Terme sanitarie. Dopo aver appurato, tramite la Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale e gli esperti delle Università di Parma e Pavia, l’efficacia curativa delle acque sulfuree e lumeggiato, con il contributo di Federterme, il crescente interesse dell’imprenditoria internazionale sugli stabilimenti termali, l’associazione acquese, diretta dal Presidente Massimo Antonucci, circoscrive il focus dell’indagine alla regione Piemonte, offrendo all’opinione pubblica un secondo reportage che mette a confronto gli stabilimenti specializzati in Medicina termale.
Terme in Piemonte: è anche una questione logistica.
Le sedi convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale sono: i Bagni di Vinadio (CN), le Terme Reali di Valdieri (CN), le Terme di Lurisia (CN), Fons Salutis Terme di Agliano (AT) e le Regie Terme di Acqui Terme (AL).
L’analisi orografica delle località ospitanti ha svelato una criticità: la maggior parte degli stabilimenti convenzionati è situata in aree decentrate, alcune al confine con paesi stranieri ed in contesti montani, di indubbia bellezza paesaggistica, ma logisticamente isolati.
Per fare qualche esempio, un potenziale paziente di Milano per raggiungere Vinadio dovrà viaggiare in auto per quasi 4 ore, un altro di Genova per 3 ore. La situazione peggiora se viene utilizzato il servizio pubblico: in treno, impiegheranno rispettivamente 4 ore e 40 minuti e 5 ore e 28 minuti.
Fanno eccezione le sedi di Agliano Terme e di Acqui Terme.
La prima è una piccola realtà (seppur lungimirante perché l’unica nel Piemonte ad aver aderito al progetto ministeriale Bonus Terme) convenzionata per la cura di patologie circoscritte (sordità Ridogena e Vasculopatie Periferiche) che può contare su una ristretta capacità ricettiva.
Acqui Terme, invece, è dotata di acqua sulfureo salsobromoiodica che viene declinata in molteplici prestazioni curative, è sostenuta da numerosi ed esistenti (ancorché chiusi) complessi sanitari e potenzialmente può offrire ai clienti più di 1700 posti letto.
Infine dal punto di vista logistico è collocata in una felice posizione, riprendendo l’esempio del paziente di Milano, questi impiegherebbe solo 1 ora e 48 minuti per raggiungere la città bollente, mentre da Genova solo 1 ora e 12 minuti. Tempi similari per i collegamenti del trasporto pubblico
Sguardo al passato: i viaggiatori delle cure termali
A ricordare questa felice epopea del passato è corsa in aiuto Sonia Bassan, originaria di Poirino, attualmente residente in Germania. Ci ha parlato dei viaggi organizzati dal padre Beppe.
«Mio padre era un impiegato di banca – spiega – Dal 2000 al 2018 ha organizzato i bus diretti ad Acqui».
Per mandato del Comune?
«No, a livello di cortesia. Giusto per dare una mano ai suoi concittadini bisognosi di cure termali».
All’incirca, quante persone aderivano?
«Ricordo il primo pullman da 35 posti, – risponde Sonia – Già l’anno successivo si è reso necessario l’impiego di bus più grandi. Partivano tutti i giorni verso le 6 del mattino e tornavano a Poirino verso le 13.30/14; per due settimane a settembre».

Esiste ancora questo servizio? In caso positivo, verso quali località?
«Purtroppo non esiste più – nicchia Bassan – Onestamente non sappiamo cosa sia successo dopo il ritiro della Regione Piemonte dalle terme. Girava la voce che non fossero più idonee, sia igienicamente che organizzativamente. E gli ultimi poirinesi non erano più soddisfatti. E’ davvero un peccato. A nostro avviso le Terme di Acqui sono una perla italiana che non viene minimamente pubblicizzata e che invece potrebbe fare e dare molto di più».
Terme: numeri e proposte della sanità regionale
Rispetto ai fasti del passato, la desolazione attuale lascia allibiti. Chi pensa però che il settore termale sanitario sia al capolinea, si sbaglia.
Abbiamo chiesto all’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte i dati relativi alle prestazioni monitorate dall’Asl. Considerata la straordinarietà dell’emergenza pandemica, il dato interessante è strato estrapolato dall’annualità 2019.

Lo studio ha rilevato:
- Prestazioni termali in Piemonte: 188.979
- Importo spesa per prestazioni termali in Piemonte: € 1.503.682
- Prestazioni termali fuori Piemonte: 310.048
- Importo spesa per prestazioni termali fuori Piemonte: € 3.128.638
- Prestazioni termali fornite in Piemonte per utenti provenienti da fuori regione: 44.561
- Importo prestazioni termali fornite in Piemonte per utenti provenienti da fuori regione: € 517.009
L’analisi dei dati su esposti evidenzia l’esistenza di un importante margine di espansione, un business potenziale ancora più consistente se alle prestazioni sanitarie vengono affiancate quelle del wellness che delle proprietà curative dell’acqua traggono qualificazione.
Abbiamo chiesto lumi all’Assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi: «Quali iniziative sta istruendo la Regione Piemonte per il rilancio delle località termali piemontesi ed in particolare degli stabilimenti termali acquesi?».
«Le Terme di Acqui sono il primo stabilimento termale del Piemonte **– osserva il vertice sanitario piemontese – Nel 2019, ultima annata prima delle drastiche restrizioni dell’attività imposte dalla pandemia, ha fornito oltre 120 mila prestazioni sanitarie per un importo lordo complessivo
superiore a un milione e mezzo di euro.
Va rilevato che un quarto di queste prestazioni è stato fornito a pazienti provenienti da fuori regione, a dimostrazione della notevole capacità attrattiva delle terme acquesi e della loro indubbia reputazione a livello nazionale e internazionale. Di fronte a questi numeri e a queste potenzialità, la Regione Piemonte sta mettendo in campo tutti gli strumenti di cui dispone per dare continuità e sviluppo all’attività, confidando di incontrare la necessaria collaborazione della proprietà.

Tra le soluzioni, è allo studio un modello innovativo, già testato all’estero, che permetterebbe di entrare con fondi regionali ed europei nel capitale delle aziende in crisi per rivitalizzarle, con il supporto di esperti del settore.
L’obiettivo è garantire il massimo supporto per tutelare il futuro di un patrimonio professionale e storico che la Regione ritiene strategico per Acqui e per il Piemonte».
Notizie dalla ricerca: terme per prevenire l’osteoporosi
All’orizzonte della ricerca scientifica, nuovi scenari di impiego della risorsa termale. Ce ne ha parlato il dott. Francesco Grassi, ricercatore presso l’I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico ‘Rizzoli’ di Bologna: «Lo IOR da tempo ha in corso una ricerca sul ruolo dei composti solforati nel metabolismo osseo.
Al momento a livello clinico abbiamo solo dati preliminari; la nostra campagna di arruolamento ha sottoposto donne osteopeniche a terapie inalatorie di composti solforati rilevando nel loro sangue la presenza di una serie di molecole che influenzano positivamente metabolismo osseo.
Gli esperimenti su cellule e animali hanno evidenziato benefici importanti sulle cellule deputate a mineralizzare e a creare nuovo tessuto osseo: gli osteoblasti.

I risultati preclinici della ricerca sono all’attenzione del mondo scientifico per la cura dell’osteoporosi e l’osteopenia, la condizione clinica che precede la malattia ed è caratterizzata da una perdita moderata di tessuto osseo che però non si presta a trattamenti farmacologici.
In questa area si può agire con comportamenti che possono prevenire l’aggravamento della perdita di massa ossea.
Riteniamo che i trattamenti con composti solforosi possano scongiurare il manifestarsi dell’osteoporosi e ritardare il momento in cui, a causa del decorso della malattia, si rende necessaria l’assunzione di farmaci.
A fine anno saranno pubblicati i risultati della ricerca. Tessiamo sinergie con gli stabilimenti termali perché sono una fonte inesauribile di molecole sulfuree simili a quelle utilizzate nei nostri studi; inoltre essendo dotati di strutture sanitarie sarebbero in grado di offrire terapie su larga scala».
L’osteoporosi è considerata una malattia di rilevanza sociale. Si stima che in Italia siano affetti una donna su 3 oltre i 50 anni (5.000.000 persone) e un uomo su 8 oltre i 60 (1.000.000). Attese la qualità dell’acqua sulfurea acquese e la possibilità di specializzare le strutture inalatorie già esistenti negli stabilimenti del complesso termale nostrano, i dati della ricerca su esposti evidenziano margini interessanti di un business sì pionieristico ma di possibile realizzazione.